Il mare custodisce i tesori di Calarcheo
Sinergia con il Museo Nazionale della Magna Grecia e il Csv dei Due Mari
Testimone e custode della storia antica e prestigiosa della città dello Stretto. Lo specchio di mare su cui approdarono i Calcidesi diventa Calarcheo il Parco archeologico subacqueo. Un'idea del Nucleo sommozzatori di protezione civile Scuba Point che prende forma dopo 18 mesi di lavoro grazie a una sinergia con il Museo Nazionale della Magna Grecia e il Csv dei Due mari.
«Il progetto Calarcheo è nato dalla volontà di rendere visibili ed accessibili a tutti, disabili compresi, i reperti rinvenuti nei fondali del nostro mare, l'obiettivo è quello di realizzare un percorso archeologico sottomarino» spiega Filippo Mallamace deus ex machina del progetto. Nell'area di circa 125 metri quadri, in un fondale che varia dai 4 ai 12 metri di profondità, sono stati sistemati 6 reperti (5 provenienti dai fondali reggini e un'anfora rinvenuta Lazzaro), tra capitelli, resti di colonne e vasellame.
L'idea dei volontari è che «i ritrovamenti archeologici siano parte integrante di Porta Marina e Fontana Nuova. Non a caso il parco si trova a un centinaio di metri dalle vecchie mura di cinta di CastelNuovo, oggetto fino a pochi anni addietro di una diatriba tra enti e associazioni con interessi archeologici».
Ci sono volute 138 immersioni, 129 ore passate sott'acqua, 2 stage formativi e l'impegno di 9 volontari. Ma l'ostacolo più impervio per arrivare al taglio del nastro è stata la macchina burocratica: «Ci siamo dovuti confrontare con la più becera burocrazia che dilata i tempi e non produce concretezze» lamenta Mallamaci.
Ma una volta messo un punto fermo adesso si pensa a come rendere fruibile questo nuovo parco, pensato grazie alla collaborazione con l'Unione italiana ciechi anche per i disabili. Una condivisione d'intenti che coinvolge il Nucleo sommozzatori, l'Amministrazione comunale e il Museo Nazionale della Magna Grecia, così come testimonia la soprintendente archeologica Simonetta Bonomi. «Abbiamo seguito con interesse questo questo progetto innovativo, questa è una prima fase sperimentale e sarebbe bello, visto che il Comune beneficerà di risorse per waterfront pensare di realizzare qualcosa anche per il nuovo Parco archeologico». Don Gianni Zelanzny dell'Università di Cracovia indica le potenzialità del sito in termini didattici. «Il mondo della scienza è molto interessato dall'archeologia sub che però conta pochi operatori. Il parco può avvicinare molti giovani a questo tipo di ricerca e di studio». Del resto considera «esperienze simili sono state realizzate in Libano e ad Alessandria». Ma il Parco archeologico reggino ha delle peculiarità, «è l'unico in Italia installato con reperti provenienti da diverse aree, raccolti e sistemati in una teca virtuale» spiega Giuseppe Miceli del Nucleo sommozzatori. Calarcheo è un parco speciale perchè aperto a tutti e Piero Greco presidente del gruppo sub Paolano da sempre impegnato per avvicinare al mare i diversamente abili ricorda il percorso che dal 1999 ha coinvolto oltre 400 giovani.
Una volta allestito il parco ora bisogna renderlo funzionante e per raggiungere buoni risultati occorre l'impegno di tutti. Stefania Suraci formatore istruttore considera: «La subacquea oggi dovrebbe fare un passo indietro, basta con la corsa a chi vende più brevetti, promuoviamo l'amore per il mare da qui dobbiamo ripartire».
(Eleonora Delfino)
Gazzetta del SUD Online - 21 Agosto 2011
http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=116998&Edizione=7&A=20110821
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