Prova indiscussa della storia di queste acque, arroccati alle falde della grande scarpata calabro-peloritana. Un vecchio zatterone da sbarco si trova con la chiglia esposta verso la superficie a marina grande di Scilla, su di un fondale di circa 40 metri, non si hanno dei precisi riferimenti. Il relitto della Alvah, più comunemente conosciuto come il Vapore di Cannitello, si trova nell’omonimo paesino, che rappresenta con la dirimpettaia Punta Faro il punto più vicino tra le sponde dello stretto. Da anni si voleva fare chiarezza sulla storia di questo relitto, e confrontando tesi ed effettuando valutazioni storico strutturali della nave, si è giunti all’identificazione. Finalmente anche il vecchio vapore ha un nome. Quello che invece si conosce del relitto e del tratto di mare in cui giace, sono la sua biodiversità e le correnti che lo attraversano. La struttura scoscesa del fondo identifica la faglia che ha determinato la divisione tra calabria e sicilia. Il sedimento è di natura detritico ciottoloso, qui ogni forma di vita può essere paragonata ad un campione dello sport, riuscire a vivere dove le masse d’acqua, spostandosi, viaggiano anche a 6 nodi, specificano la caparbietà delle forme di vita, che pullulano all’interno e tutt’intorno al relitto. Spugne, nudibranchi, madrepore e molteplici alghe, vivono in questo ambiente. Un branco di saraghi abitudinariamente gravita dove il relitto e suddiviso in due tronconi. Sembra di immergersi dentro una grotta, le strutture sono capovolte, la chiglia guarda la superficie e da -27 penetrandolo si può percorrerlo interamente fino a quota -50, per poi uscire, e a -54 trovare quello che rimane della poppa e una pala dell’elica. In alcuni periodi dell’anno, ricciole, tonnetti e qualche timida cernia, avanzano tra gli anfratti e sopra la chiglia.
reperti in situ dal ...>>>
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